Silva Bucci Professional Organizer
Come fare cose che non hai voglia di fare – parte 1
Scommetto che te lo chiedi spesso anche tu: ok tutte le tecniche del mondo per essere produttivi, ma se quello che manca è proprio la voglia di fare? Me lo chiedeva anche una mia cliente: come darsi “la spinta” quando di spinta proprio non ce n’è?
Questa ragazza in particolare cercava strumenti per affrontare le pulizie e i lavori di casa ma credo che il tema si possa ampliare a molte attività anche perché ognuno di noi ha diverse attitudini, gusti e ruoli quindi amiamo o odiamo fare cose diverse. Ad esempio a me stirare rilassa e quindi lo faccio volentieri, ma da un piccolo sondaggio che ho fatto tra chi mi segue su Instagram è emerso che il 64% odia stirare.
Più che di strumenti organizzativi quindi oggi ti voglio parlare di quanto sia importante l’atteggiamento mentale per affrontare quello che non ci piace, che tendiamo a procrastinare, non solo attività ma anche decisioni o telefonate che vanno fatte.
Di questo ho voluto quindi parlare con Manuela Galassi, esperta di Mindfulness con la quale ho organizzato il corso “Mindfulness e Organizzazione per vivere meglio ogni giorno” (il corso partirà il 15 febbraio in presenza e on line, ma se ti interessa puoi chiederci info e aggiungerti) .
Intervista a Manuela:
SILVA: Iniziamo presentandoti: Manuela ci racconti chi sei e cosa fai?
MANUELA: Ciao Silva, intanto grazie di avermi coinvolta in questa intervista! Sin da bambina sono stata un’osservatrice attenta e un’insaziabile ascoltatrice. Ho un’indole introversa anche se amo confrontarmi e stare in mezzo alle persone. Mi piacciono le cose semplici, essenziali e non posso fare a meno di vivere la natura in tutte le sue forme, che è spesso fonte di ispirazione.
Il mio carattere curioso mi ha fatto avvicinare, sin dall’adolescenza, a discipline contemplative quali lo yoga e la pratica meditativa.
Spinta dalla mia fiamma interna ho fatto moltissime esperienze dirette di cosa significa consapevolezza. Ho conseguito il diploma di Counseling relazionale indirizzo Voice Dialogue® che tuttora propongo nelle sessioni individuali personalizzate.
La via che ho percorso mi ha sempre portata anche a non tralasciare la relazione con il mio corpo, in fondo chi più del corpo vive nel fatidico “qui e ora”? Per questo motivo ho conseguito anche il master in BodyMind Dialogue®, dando voce all’espressione del corpo e delle nostre parti interiori attraverso la musica, la danza e la postura.
In tutto questo tempo c’è una disciplina che mi ha sempre accompagnata: la pratica meditativa.
Meditazioni yogiche, meditazioni in movimento, dinamiche o statiche, fino a che ho sentito l’urgente necessità di approfondire ulteriormente questo aspetto. Nel 2017 divento Istruttrice del protocollo scientifico Mindfulness-Based Stress Reduction, riconosciuta dall’Associazione Italiana Mindfulness di Milano.
Per non tralasciare la relazione con il mio corpo, ho approfondito la Mindfulness attraverso l’Hatha Yoga e la Mindfulness Yoga® del quale sono insegnante certificata 250h e riconosciuta Yoga Alliance.
Ancora oggi la curiosità fa parte di me e continuo a imparare!
SILVA: E ora la domanda cruciale: Come la Mindfulness può aiutarci a fare quello che non hai voglia di fare?
MANUELA: Per risponderti devo partire dalle origini di questa parola. La parola Mindfulness, tradotta letteralmente, significa consapevolezza ed è la traduzione di un termine indiano antico “Sati”, che, oltre a consapevolezza, significa anche ricordare. Possiamo dire quindi che Mindfulness è una consapevolezza che porta in sé un’azione, quella di ricordare di essere consapevoli.
Da sola questa parola può significare tutto e niente, quindi è importante contestualizzarla. Come avete letto, da diversi anni insegno la pratica di consapevolezza all’interno del protocollo Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR).
SILVA: A cosa serve questo protocollo?
MANUELA: Ti dico subito che è uno strumento dalle grandissime potenzialità! Pensa che il protocollo scientifico MBSR ha la finalità di aiutarci a gestire meglio la sofferenza e il disagio che comunemente chiamiamo stress. Quindi è un percorso che vuole rieducare il nostro sistema fisiologico che tendenzialmente è iper reattivo.
In che modo lo facciamo? Allenando il muscolo immaginario dell’attenzione in modo da far riemergere quella capacità innata di piena consapevolezza che diventa lo strumento utile per non scivolare in quei comportamenti automatici e reattivi che mettiamo in atto quando ci sentiamo (consapevolmente o inconsapevolmente) in situazioni di disagio.
E per oggi ci fermiamo qui, perché abbiamo già diverse cose su cui riflettere. Nel prossimo articolo scenderemo più nel dettaglio, quindi non perderlo!
Silva Bucci Professional Organizer / 9 Febbraio 2022
Come fare cose che non hai voglia di fare – parte 1
Scommetto che te lo chiedi spesso anche tu: ok tutte le tecniche del mondo per essere produttivi, ma se quello che manca è proprio la voglia di fare? Me lo chiedeva anche una mia cliente: come darsi “la spinta” quando di spinta proprio non ce n’è?
Questa ragazza in particolare cercava strumenti per affrontare le pulizie e i lavori di casa ma credo che il tema si possa ampliare a molte attività anche perché ognuno di noi ha diverse attitudini, gusti e ruoli quindi amiamo o odiamo fare cose diverse. Ad esempio a me stirare rilassa e quindi lo faccio volentieri, ma da un piccolo sondaggio che ho fatto tra chi mi segue su Instagram è emerso che il 64% odia stirare.
Più che di strumenti organizzativi quindi oggi ti voglio parlare di quanto sia importante l’atteggiamento mentale per affrontare quello che non ci piace, che tendiamo a procrastinare, non solo attività ma anche decisioni o telefonate che vanno fatte.
Di questo ho voluto quindi parlare con Manuela Galassi, esperta di Mindfulness con la quale ho organizzato il corso “Mindfulness e Organizzazione per vivere meglio ogni giorno” (il corso partirà il 15 febbraio in presenza e on line, ma se ti interessa puoi chiederci info e aggiungerti) .
Intervista a Manuela:
SILVA: Iniziamo presentandoti: Manuela ci racconti chi sei e cosa fai?
MANUELA: Ciao Silva, intanto grazie di avermi coinvolta in questa intervista! Sin da bambina sono stata un’osservatrice attenta e un’insaziabile ascoltatrice. Ho un’indole introversa anche se amo confrontarmi e stare in mezzo alle persone. Mi piacciono le cose semplici, essenziali e non posso fare a meno di vivere la natura in tutte le sue forme, che è spesso fonte di ispirazione.
Il mio carattere curioso mi ha fatto avvicinare, sin dall’adolescenza, a discipline contemplative quali lo yoga e la pratica meditativa.
Spinta dalla mia fiamma interna ho fatto moltissime esperienze dirette di cosa significa consapevolezza. Ho conseguito il diploma di Counseling relazionale indirizzo Voice Dialogue® che tuttora propongo nelle sessioni individuali personalizzate.
La via che ho percorso mi ha sempre portata anche a non tralasciare la relazione con il mio corpo, in fondo chi più del corpo vive nel fatidico “qui e ora”? Per questo motivo ho conseguito anche il master in BodyMind Dialogue®, dando voce all’espressione del corpo e delle nostre parti interiori attraverso la musica, la danza e la postura.
In tutto questo tempo c’è una disciplina che mi ha sempre accompagnata: la pratica meditativa.
Meditazioni yogiche, meditazioni in movimento, dinamiche o statiche, fino a che ho sentito l’urgente necessità di approfondire ulteriormente questo aspetto. Nel 2017 divento Istruttrice del protocollo scientifico Mindfulness-Based Stress Reduction, riconosciuta dall’Associazione Italiana Mindfulness di Milano.
Per non tralasciare la relazione con il mio corpo, ho approfondito la Mindfulness attraverso l’Hatha Yoga e la Mindfulness Yoga® del quale sono insegnante certificata 250h e riconosciuta Yoga Alliance.
Ancora oggi la curiosità fa parte di me e continuo a imparare!
SILVA: E ora la domanda cruciale: Come la Mindfulness può aiutarci a fare quello che non hai voglia di fare?
MANUELA: Per risponderti devo partire dalle origini di questa parola. La parola Mindfulness, tradotta letteralmente, significa consapevolezza ed è la traduzione di un termine indiano antico “Sati”, che, oltre a consapevolezza, significa anche ricordare. Possiamo dire quindi che Mindfulness è una consapevolezza che porta in sé un’azione, quella di ricordare di essere consapevoli.
Da sola questa parola può significare tutto e niente, quindi è importante contestualizzarla. Come avete letto, da diversi anni insegno la pratica di consapevolezza all’interno del protocollo Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR).
SILVA: A cosa serve questo protocollo?
MANUELA: Ti dico subito che è uno strumento dalle grandissime potenzialità! Pensa che il protocollo scientifico MBSR ha la finalità di aiutarci a gestire meglio la sofferenza e il disagio che comunemente chiamiamo stress. Quindi è un percorso che vuole rieducare il nostro sistema fisiologico che tendenzialmente è iper reattivo.
In che modo lo facciamo? Allenando il muscolo immaginario dell’attenzione in modo da far riemergere quella capacità innata di piena consapevolezza che diventa lo strumento utile per non scivolare in quei comportamenti automatici e reattivi che mettiamo in atto quando ci sentiamo (consapevolmente o inconsapevolmente) in situazioni di disagio.
E per oggi ci fermiamo qui, perché abbiamo già diverse cose su cui riflettere. Nel prossimo articolo scenderemo più nel dettaglio, quindi non perderlo!
Silva Bucci Professional Organizer / 9 Febbraio 2022