Silva Bucci Professional Organizer
Post post-alluvione: qual è il giusto valore delle cose..?
In queste ultime settimane è cambiata improvvisamente e radicalmente la mia prospettiva su varie cose della vita. Questo è successo per via dell’alluvione che ha colpito la mia città, Faenza e tutta la Romagna il 16 maggio scorso. In una notte è cambiato tutto!
Devo dire che io sono stata molto fortunata perché non sono stata colpita direttamente: l’acqua è arrivata a pochi metri dalla mia via e sono anche riuscita a salvare la mia auto spostandola, pochi minuti dopo non sarebbe stato più possibile. Credo che non dimenticherò mai quella notte.
Il Comune aveva già dato l’allarme nei quartieri a rischio vicino al fiume e tutta la città era già in allerta, ma il momento in cui davvero mi sono resa conto che eravamo in pericolo è stato quando è andata via la corrente. Ho sentito telefonicamente le mie amiche più care che sapevo più a rischio e sono uscita in strada.
Con il mio fidanzato abbiamo spostato l’auto in una zona lontana dall’acqua e poi siamo tornati in centro storico, dove abitiamo, a piedi sotto una pioggia scrosciante e ininterrotta già dal giorno prima. Abbiamo incontrato altre persone come noi stranite in una situazione surreale.
La notte l’ho passata a lume di candela.. mai avevo dato così valore alla corrente… guardando le notizie sul cellulare e vedendo video spaventosi con metà Faenza completamente allagata e le persone che urlavano cercando aiuto. Poi spegnevo il cellulare perché non sapevo quando avrei potuto ricaricarlo. Un’altra cosa davvero terribile era sentire gli elicotteri che sono passati tutta la notte e sembrava di essere in guerra.
Al mattino tutto era stravolto: interi quartieri avevano l’acqua fino al primo piano e le persone bloccate ai piani alti venivano recuperate in gommone dai pompieri e dalla protezione civile, auto e qualsiasi altra cosa sommerse, colline franate, strade bloccate, mezza Faenza ancora senza corrente. Persone senza più la casa, altre senza lavoro, qualcuno senza più entrambi.
Da quella notte io non avevo, e non ho tuttora più la mia palestra, la mia estetista, il supermercato dove andavo di solito e la lavanderia di fiducia oltre ad altri negozi abituali di cui conosco i visi, a volte i nomi, altri appena aperti con grandi sacrifici. Le tragedie, purtroppo, sono all’ordine del giorno, basta aprire un giornale o guardare un tg, ma quando ce l’hai in casa solo allora ne senti davvero la portata: ci sono le persone vicine, di cui conosco le storie, camminando per strada in quei primi giorni era molto facile vederli piangere.
La prima cosa che è diventata inaspettatamente importante per me sono stati gli stivali di gomma, due giorni a fare la fila a cercarli in tutti i negozi brico e di scarpe ma prima chiamavo perché li avevano finiti dappertutto. Quando finalmente sono riuscita a comprarli sono potuta andare a sostenere le mie amiche alluvionate e mi sono resa davvero conto di cosa era successo perché chi non ci è andato non lo sa veramente, anche se ha visto video e foto.
Altri oggetti incredibilmente preziosi in quei primi giorni erano i tiracqua, le gomme per innaffiare che però servivano per pulire, le vanghe le carriole. Io, tramite un’amica, ho procurato delle resistenti cassette per la frutta e mi ringraziano ancora perché sono state fondamentali per spostare e salvare il salvabile.
Dopo l’alluvione personalmente mi sono sentita di dare priorità alle mie amiche e le loro famiglie che hanno avuto problemi chi più chi meno, ho comunque portato avanti i miei impegni familiari e di lavoro già presi o in corso. Appena potevo andavo a dare una mano e a fare un po’ di volontariato, e ho quasi azzerato il mio impegno nella comunicazione e nelle attività di ricerca clienti, ora sto riprendendo piano piano.
Adesso l’emergenza è un po’ calata, la città è ancora molto polverosa ma è meno devastata, non ci sono più quei meravigliosi volontari che sono arrivati da tutt’Italia per spalare il fango che sono forse stati l’unica cosa positiva di tutto quel che è successo insieme alla solidarietà e al grande darsi da fare di tutti per ripartire.
E’ adesso però importante continuare a sostenere le persone perché è adesso che serve ancora più coraggio e forza… io ci provo!
Mi piacerebbe davvero sapere da te cosa ne pensi di questo post post-alluvione, grazie se mi lasci un commento qui sotto oppure mi trovi qui
Foto: Stella Palermo
Post post-alluvione: qual è il giusto valore delle cose..?
In queste ultime settimane è cambiata improvvisamente e radicalmente la mia prospettiva su varie cose della vita. Questo è successo per via dell’alluvione che ha colpito la mia città, Faenza e tutta la Romagna il 16 maggio scorso. In una notte è cambiato tutto!
Devo dire che io sono stata molto fortunata perché non sono stata colpita direttamente: l’acqua è arrivata a pochi metri dalla mia via e sono anche riuscita a salvare la mia auto spostandola, pochi minuti dopo non sarebbe stato più possibile. Credo che non dimenticherò mai quella notte.
Il Comune aveva già dato l’allarme nei quartieri a rischio vicino al fiume e tutta la città era già in allerta, ma il momento in cui davvero mi sono resa conto che eravamo in pericolo è stato quando è andata via la corrente. Ho sentito telefonicamente le mie amiche più care che sapevo più a rischio e sono uscita in strada.
Con il mio fidanzato abbiamo spostato l’auto in una zona lontana dall’acqua e poi siamo tornati in centro storico, dove abitiamo, a piedi sotto una pioggia scrosciante e ininterrotta già dal giorno prima. Abbiamo incontrato altre persone come noi stranite in una situazione surreale.
La notte l’ho passata a lume di candela.. mai avevo dato così valore alla corrente… guardando le notizie sul cellulare e vedendo video spaventosi con metà Faenza completamente allagata e le persone che urlavano cercando aiuto. Poi spegnevo il cellulare perché non sapevo quando avrei potuto ricaricarlo. Un’altra cosa davvero terribile era sentire gli elicotteri che sono passati tutta la notte e sembrava di essere in guerra.
Al mattino tutto era stravolto: interi quartieri avevano l’acqua fino al primo piano e le persone bloccate ai piani alti venivano recuperate in gommone dai pompieri e dalla protezione civile, auto e qualsiasi altra cosa sommerse, colline franate, strade bloccate, mezza Faenza ancora senza corrente. Persone senza più la casa, altre senza lavoro, qualcuno senza più entrambi.
Da quella notte io non avevo, e non ho tuttora più la mia palestra, la mia estetista, il supermercato dove andavo di solito e la lavanderia di fiducia oltre ad altri negozi abituali di cui conosco i visi, a volte i nomi, altri appena aperti con grandi sacrifici. Le tragedie, purtroppo, sono all’ordine del giorno, basta aprire un giornale o guardare un tg, ma quando ce l’hai in casa solo allora ne senti davvero la portata: ci sono le persone vicine, di cui conosco le storie, camminando per strada in quei primi giorni era molto facile vederli piangere.
La prima cosa che è diventata inaspettatamente importante per me sono stati gli stivali di gomma, due giorni a fare la fila a cercarli in tutti i negozi brico e di scarpe ma prima chiamavo perché li avevano finiti dappertutto. Quando finalmente sono riuscita a comprarli sono potuta andare a sostenere le mie amiche alluvionate e mi sono resa davvero conto di cosa era successo perché chi non ci è andato non lo sa veramente, anche se ha visto video e foto.
Altri oggetti incredibilmente preziosi in quei primi giorni erano i tiracqua, le gomme per innaffiare che però servivano per pulire, le vanghe le carriole. Io, tramite un’amica, ho procurato delle resistenti cassette per la frutta e mi ringraziano ancora perché sono state fondamentali per spostare e salvare il salvabile.
Dopo l’alluvione personalmente mi sono sentita di dare priorità alle mie amiche e le loro famiglie che hanno avuto problemi chi più chi meno, ho comunque portato avanti i miei impegni familiari e di lavoro già presi o in corso. Appena potevo andavo a dare una mano e a fare un po’ di volontariato, e ho quasi azzerato il mio impegno nella comunicazione e nelle attività di ricerca clienti, ora sto riprendendo piano piano.
Adesso l’emergenza è un po’ calata, la città è ancora molto polverosa ma è meno devastata, non ci sono più quei meravigliosi volontari che sono arrivati da tutt’Italia per spalare il fango che sono forse stati l’unica cosa positiva di tutto quel che è successo insieme alla solidarietà e al grande darsi da fare di tutti per ripartire.
E’ adesso però importante continuare a sostenere le persone perché è adesso che serve ancora più coraggio e forza… io ci provo!
Mi piacerebbe davvero sapere da te cosa ne pensi di questo post post-alluvione, grazie se mi lasci un commento qui sotto oppure mi trovi qui
Foto: Stella Palermo