Silva Bucci Professional Organizer
Come fare cose che non hai voglia di fare – parte 2
Continuiamo la conversazione con Manuela Galassi, esperta di Mindfulness, meditazione e maestra Yoga (mia “socia” nel corso “Mindfulness e Organizzazione per vivere meglio ogni giorno”) su come trovare l’energia e il giusto mindset per affrontare le cose che non ci piace fare e che tendiamo a rimandare, da quelle più banali come stirare o pulire il bagno a quelle più “dense” come prendere decisioni che da tempo sono “sul piatto” senza però avere il coraggio, la voglia, la determinazione per affrontarle. Se non hai letto la prima parte la trovi qui.
Intervista a Manuela:
SILVA: Come può la mindfulness aiutarci a fare quello che rimandiamo?
MANUELA: Partiamo dalla constatazione che in genere gli esseri umani hanno due modi di reagire alle situazioni: questa cosa ci piace e faremo di tutto per far sì che continui ad essere presente nella nostra vita; questa cosa non ci piace e impiegheremo tutte le nostre forze per evitarla. Capiamoci meglio: siamo esseri umani ed è giusto che cerchiamo il piacere ed evitiamo le situazioni spiacevoli, ma purtroppo molte volte la vita non ci fa scegliere. E ‘ quindi molto importante che allentiamo queste condizioni interne e creiamo maggiore spazio in modo da poter respirare meglio a fronte di ciò che la vita ci pone davanti.
SILVA: E quando ci troviamo in una di queste situazioni come possiamo fare?
MANUELA: Una delle prime osservazioni che facciamo all’interno del percorso è proprio quella di conoscere meglio cosa succede quando siamo in relazione con ciò che reputiamo spiacevole.
Osserviamo cosa succede dentro di noi: quali sensazioni fisiche sono presenti? (Per esempio: contrattura allo stomaco, respiro breve, tensione nella mascella…..) Quale panorama mentale è presente? (Per esempio: perché mi trovo sempre in questa situazione?!?… Non sopporto questo o quello… ).
SILVA: Quindi la prima cosa da fare è mettere in atto la consapevolezza?
MANUELA: Esatto! Dobbiamo agire la consapevolezza. Consapevolezza che non è condizionata, è libera, non è coinvolta nella storia che ci stiamo raccontando internamente. E partendo da questo presupposto diventa allora più semplice non scivolare in quelle modalità non salutari, non funzionali che in fondo anch’esse sono fautrici di malessere.
SILVA: E la consapevolezza può aiutarci anche nelle piccole cose?
MANUELA: Certamente. La mia esperienza mi dice che solamente con la volontà si fa davvero fatica a trasformare i propri comportamenti. Facendo esperienza della consapevolezza, coltivata quotidianamente con piccoli esercizi, possiamo sostenere il nostro bisogno di essere proattivi, efficaci e immediati, migliorando notevolmente la nostre abitudini, la nostra quotidianità e di conseguenza la nostra vita. Quindi anche l’atteggiamento mentale nei confronti di ciò che ci affatica.
SILVA: Ci dai uno spunto per iniziare, anche da soli?
MANUELA: La mindfulness può essere spiegata con mille parole ma essendo prima di tutto una PRATICA bisogna farne esperienza, meglio se con un’insegnante che possa avviare questo processo in un modo sostenuto e più semplice.
Un piccolo esercizio per mettersi alla prova, comunque te lo posso consigliare e consiste nell’ascoltare semplicemente l’aria entrare e uscire dalle narici.
Iniziamo con 5 minuti e via via proviamo ad allungare un pochino i tempi, magari arrivando a 20/25 minuti. Ovviamente durante la seduta, succederà più e più volte di venire assorbiti da altro (pensieri, altre sensazioni, ecc). È assolutamente normale e, quando ce ne rendiamo conto, l’invito è quello di tornare al respiro semplice e spontaneo. Lo facciamo possibilmente con gentilezza, o meglio senza criticarci, in quanto è proprio fermandoci che abbiamo questa grande occasione di allenare il muscolo immaginario della consapevolezza: ci distraiamo e intenzionalmente, senza giudizio, ritorniamo al qui ed ora (in questo caso all’ancora del respiro).
Grazie Manuela per i tuoi preziosi consigli!
Silva Bucci Professional Organizer / 23 Febbraio 2022 / Foto di Los Muertos Crew da Pexels
Come fare cose che non hai voglia di fare – parte 2
Continuiamo la conversazione con Manuela Galassi, esperta di Mindfulness, meditazione e maestra Yoga (mia “socia” nel corso “Mindfulness e Organizzazione per vivere meglio ogni giorno”) su come trovare l’energia e il giusto mindset per affrontare le cose che non ci piace fare e che tendiamo a rimandare, da quelle più banali come stirare o pulire il bagno a quelle più “dense” come prendere decisioni che da tempo sono “sul piatto” senza però avere il coraggio, la voglia, la determinazione per affrontarle. Se non hai letto la prima parte la trovi qui.
Intervista a Manuela:
SILVA: Come può la mindfulness aiutarci a fare quello che rimandiamo?
MANUELA: Partiamo dalla constatazione che in genere gli esseri umani hanno due modi di reagire alle situazioni: questa cosa ci piace e faremo di tutto per far sì che continui ad essere presente nella nostra vita; questa cosa non ci piace e impiegheremo tutte le nostre forze per evitarla. Capiamoci meglio: siamo esseri umani ed è giusto che cerchiamo il piacere ed evitiamo le situazioni spiacevoli, ma purtroppo molte volte la vita non ci fa scegliere. E ‘ quindi molto importante che allentiamo queste condizioni interne e creiamo maggiore spazio in modo da poter respirare meglio a fronte di ciò che la vita ci pone davanti.
SILVA: E quando ci troviamo in una di queste situazioni come possiamo fare?
MANUELA: Una delle prime osservazioni che facciamo all’interno del percorso è proprio quella di conoscere meglio cosa succede quando siamo in relazione con ciò che reputiamo spiacevole.
Osserviamo cosa succede dentro di noi: quali sensazioni fisiche sono presenti? (Per esempio: contrattura allo stomaco, respiro breve, tensione nella mascella…..) Quale panorama mentale è presente? (Per esempio: perché mi trovo sempre in questa situazione?!?… Non sopporto questo o quello… ).
SILVA: Quindi la prima cosa da fare è mettere in atto la consapevolezza?
MANUELA: Esatto! Dobbiamo agire la consapevolezza. Consapevolezza che non è condizionata, è libera, non è coinvolta nella storia che ci stiamo raccontando internamente. E partendo da questo presupposto diventa allora più semplice non scivolare in quelle modalità non salutari, non funzionali che in fondo anch’esse sono fautrici di malessere.
SILVA: E la consapevolezza può aiutarci anche nelle piccole cose?
MANUELA: Certamente. La mia esperienza mi dice che solamente con la volontà si fa davvero fatica a trasformare i propri comportamenti. Facendo esperienza della consapevolezza, coltivata quotidianamente con piccoli esercizi, possiamo sostenere il nostro bisogno di essere proattivi, efficaci e immediati, migliorando notevolmente la nostre abitudini, la nostra quotidianità e di conseguenza la nostra vita. Quindi anche l’atteggiamento mentale nei confronti di ciò che ci affatica.
SILVA: Ci dai uno spunto per iniziare, anche da soli?
MANUELA: La mindfulness può essere spiegata con mille parole ma essendo prima di tutto una PRATICA bisogna farne esperienza, meglio se con un’insegnante che possa avviare questo processo in un modo sostenuto e più semplice.
Un piccolo esercizio per mettersi alla prova, comunque te lo posso consigliare e consiste nell’ascoltare semplicemente l’aria entrare e uscire dalle narici.
Iniziamo con 5 minuti e via via proviamo ad allungare un pochino i tempi, magari arrivando a 20/25 minuti. Ovviamente durante la seduta, succederà più e più volte di venire assorbiti da altro (pensieri, altre sensazioni, ecc). È assolutamente normale e, quando ce ne rendiamo conto, l’invito è quello di tornare al respiro semplice e spontaneo. Lo facciamo possibilmente con gentilezza, o meglio senza criticarci, in quanto è proprio fermandoci che abbiamo questa grande occasione di allenare il muscolo immaginario della consapevolezza: ci distraiamo e intenzionalmente, senza giudizio, ritorniamo al qui ed ora (in questo caso all’ancora del respiro).
Grazie Manuela per i tuoi preziosi consigli!
Silva Bucci Professional Organizer / 23 Febbraio 2022 / Foto di Los Muertos Crew da Pexels