Silva Bucci Professional Organizer
Il punto 4 del Manifesto APOI dice che Organizzare è Responsabilità: “Organizzarsi facilita nel prendere gli accordi che si è in grado di sostenere e a mantenerli.
“Responsabilità” è diventata per me, in particolare negli ultimi anni, una parola che evoca maturità, saggezza, consapevolezza, termini che in me risuonano come serenità e pace con se stessi, perché è così che mi sento quando ho ben chiari i miei obiettivi e le priorità, sono conscia delle mie risorse e onesta con me stessa.
Ovviamente non è stato sempre così: sono anch’io stata un “giovane Holden”, come il protagonista del celebre romanzo di Salinger, con la tendenza a fuggire dalle responsabilità. Certo, per la maggioranza di noi sono passaggi, dalla fuga alla presa in carico di sé e di altri, che corrispondono anche a varie età della vita. Credo, però, che sia molto importante prenderne coscienza e non vivere passivamente questi cambiamenti: la responsabilità implica coscienza di sé e capacità di relazioni che, come il protagonista del libro, spesso in giovane età non si ha ancora sviluppato. Il discorso è diverso quando si entra nella dimensione adulta: prima nella vita si impara a non trovare scuse e a prendersi la responsabilità dei propri compiti e ruoli, prima si vive in modo congruente sereno e appagante.
Oggi ti parlo di responsabilità perché è il centro del punto 5 del manifesto Apoi, di cui abbiamo esplorato gli altri 4 punti dall’inizio dell’estate (trovi qui il punto precedente che parla di rispetto).
Cos’è la responsabilità? Il significato è in gran parte contenuto nella sua etimologia: viene infatti dal latino respondere, cioè rispondere di qualcosa, rendere conto delle proprie azioni e farsi carico delle loro conseguenze. Presuppone una situazione di libertà, in cui la persona può scegliere tra più opzioni di comportamento.
Ed è soprattutto in questa consonanza che vedo il collegamento con l’organizzazione e il mio lavoro da professional organizer: essere organizzati significa essere in grado di prevedere ciò che consegue alle azioni che abbiamo pianificato e, allo stesso tempo, pianificare delle azioni per poter recepire determinate conseguenze.
Un esempio banale a tema lavoro: se ho necessità che un collega mi fornisca un determinato documento entro un determinato giorno, devo assumermi la responsabilità di fornirgli il materiale indispensabile alla sua realizzazione in tempi utili, cioè rispettosi dei suoi impegni già presi e delle sue scadenze, pianificando insieme la consegna con chiarezza.
Lavorare in team o collaborare in qualsiasi ambito compreso quello domestico è più facile e piacevole se i partecipanti si sentono responsabili gli uni degli altri.
Quando collaboro con persone organizzate e responsabili, come ad esempio mi succede con i miei colleghi professional organizer, il lavoro è semplice e soddisfacente. Noi persone responsabili e organizzate abbiamo queste modalità molto utili per lavorare bene in team:
- riusciamo a prenderci solo gli impegni che sappiamo di poter portare a termine
- siamo molto consapevoli del tempo e delle risorse che abbiamo a disposizione, abbiamo il polso della situazione
- quindi sappiamo anche dire dei NO quando è necessario
- prima di partire con qualsiasi progetto stabiliamo delle regole di comunicazione per evitare perdite di tempo e incomprensioni
- sempre prima di partire dividiamo il progetto in step e facciamo una programmazione del lavoro
- siamo puntuali nelle risposte e rispettiamo le scadenze degli impegni presi
- abbiamo il coraggio di chiedere aiuto se ci troviamo in difficoltà
- abbiamo il coraggio di ammettere di aver sbagliato se dovesse succedere
- riconosciamo le differenze di abilità e competenze e sulla base di questo ci dividiamo i compiti
- riconosciamo e apprezziamo il lavoro di tutte le persone coinvolte
Partendo dal migliorare le proprie competenze organizzative si allena non solo questa abilità ma anche il proprio senso di responsabilità. Se senti che potresti migliorare in questo ambito, scrivimi e vediamo come posso aiutarti!
[/fusion_text]Il punto 4 del Manifesto APOI dice che Organizzare è Responsabilità: “Organizzarsi facilita nel prendere gli accordi che si è in grado di sostenere e a mantenerli.
“Responsabilità” è diventata per me, in particolare negli ultimi anni, una parola che evoca maturità, saggezza, consapevolezza, termini che in me risuonano come serenità e pace con se stessi, perché è così che mi sento quando ho ben chiari i miei obiettivi e le priorità, sono conscia delle mie risorse e onesta con me stessa.
Ovviamente non è stato sempre così: sono anch’io stata un “giovane Holden”, come il protagonista del celebre romanzo di Salinger, con la tendenza a fuggire dalle responsabilità. Certo, per la maggioranza di noi sono passaggi, dalla fuga alla presa in carico di sé e di altri, che corrispondono anche a varie età della vita. Credo, però, che sia molto importante prenderne coscienza e non vivere passivamente questi cambiamenti: la responsabilità implica coscienza di sé e capacità di relazioni che, come il protagonista del libro, spesso in giovane età non si ha ancora sviluppato. Il discorso è diverso quando si entra nella dimensione adulta: prima nella vita si impara a non trovare scuse e a prendersi la responsabilità dei propri compiti e ruoli, prima si vive in modo congruente sereno e appagante.
Oggi ti parlo di responsabilità perché è il centro del punto 5 del manifesto Apoi, di cui abbiamo esplorato gli altri 4 punti dall’inizio dell’estate (trovi qui il punto precedente che parla di rispetto).
Cos’è la responsabilità? Il significato è in gran parte contenuto nella sua etimologia: viene infatti dal latino respondere, cioè rispondere di qualcosa, rendere conto delle proprie azioni e farsi carico delle loro conseguenze. Presuppone una situazione di libertà, in cui la persona può scegliere tra più opzioni di comportamento.
Ed è soprattutto in questa consonanza che vedo il collegamento con l’organizzazione e il mio lavoro da professional organizer: essere organizzati significa essere in grado di prevedere ciò che consegue alle azioni che abbiamo pianificato e, allo stesso tempo, pianificare delle azioni per poter recepire determinate conseguenze.
Un esempio banale a tema lavoro: se ho necessità che un collega mi fornisca un determinato documento entro un determinato giorno, devo assumermi la responsabilità di fornirgli il materiale indispensabile alla sua realizzazione in tempi utili, cioè rispettosi dei suoi impegni già presi e delle sue scadenze, pianificando insieme la consegna con chiarezza.
Lavorare in team o collaborare in qualsiasi ambito compreso quello domestico è più facile e piacevole se i partecipanti si sentono responsabili gli uni degli altri.
Quando collaboro con persone organizzate e responsabili, come ad esempio mi succede con i miei colleghi professional organizer, il lavoro è semplice e soddisfacente. Noi persone responsabili e organizzate abbiamo queste modalità molto utili per lavorare bene in team:
- riusciamo a prenderci solo gli impegni che sappiamo di poter portare a termine
- siamo molto consapevoli del tempo e delle risorse che abbiamo a disposizione, abbiamo il polso della situazione
- quindi sappiamo anche dire dei NO quando è necessario
- prima di partire con qualsiasi progetto stabiliamo delle regole di comunicazione per evitare perdite di tempo e incomprensioni
- sempre prima di partire dividiamo il progetto in step e facciamo una programmazione del lavoro
- siamo puntuali nelle risposte e rispettiamo le scadenze degli impegni presi
- abbiamo il coraggio di chiedere aiuto se ci troviamo in difficoltà
- abbiamo il coraggio di ammettere di aver sbagliato se dovesse succedere
- riconosciamo le differenze di abilità e competenze e sulla base di questo ci dividiamo i compiti
- riconosciamo e apprezziamo il lavoro di tutte le persone coinvolte
Partendo dal migliorare le proprie competenze organizzative si allena non solo questa abilità ma anche il proprio senso di responsabilità. Se senti che potresti migliorare in questo ambito, scrivimi e vediamo come posso aiutarti!
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